Amatissimi by Cara Wall

Amatissimi by Cara Wall

autore:Cara Wall [Wall, Cara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2022-01-25T16:29:16+00:00


12

Fedele alla parola data, Jane Atlas preparò il programma pastorale più efficiente e fluido che James e Charles avessero mai visto. Dopo un mese, divenne una seconda natura. Dalle nove a mezzogiorno i due uomini si occupavano della burocrazia, scrivevano lettere e partecipavano alle riunioni dello staff. Da mezzogiorno all’una pranzavano e, dato che Jane era convinta che non bisognasse restare in ozio dopo aver mangiato, dall’una alle tre facevano un giro di visite – all’ospedale, in altre chiese, in casa dei parrocchiani. Jane aveva tolto dal budget la cifra destinata ai taxi. «Siete giovani», disse. «È una chiesa di quartiere. Andate a piedi».

Dalle tre alle cinque James e Charles lavoravano in ufficio. Quello che era di turno per predicare la domenica successiva si ritirava in biblioteca a scrivere il sermone, mentre l’altro riordinava la scrivania e si schiariva la mente in previsione dell’assalto dei problemi altrui. Jane gestiva quelle due ore con la nitidezza e l’efficienza di una macchina tipografica. I divani e le sedie dell’atrio della chiesa avevano posto per otto persone. I parrocchiani che arrivavano abbastanza presto da riuscire a sedersi potevano restare. I ritardatari si sentivano dire di tornare il giorno dopo e di essere puntuali. Una volta svuotati, i posti non venivano riempiti. «Otto è il massimo che potete affrontare», disse Jane a Charles e James. «Siete giovani. Nove vi farebbero esplodere la testa».

Nelle giornate normali c’erano già otto persone in attesa alle due e tre quarti del pomeriggio. Ce n’erano di giovani e di vecchi, e i loro scopi erano altrettanto vari dell’età. Adam Clayton, un giovanotto appena uscito dal liceo, voleva farsi consigliare un percorso lavorativo «che non mi dia l’impressione di fare un salto nel buio». Don Fergus aveva perso lo stipendio alle corse e aveva bisogno dell’aiuto finanziario della chiesa. Jane lo spedì in ufficio insieme a un biglietto ripiegato che conteneva un avvertimento: «NON DATEGLI PIÙ DI TRENTA DOLLARI. POTETE PRENDERLI DAL FONDO PER LE PICCOLE SPESE».

A Charles piacevano le ore di ricevimento. Ascoltava intento i fedeli che gli riversavano addosso le loro storie: madri con un figlio malato, uomini con problemi di alcol, donne e uomini anziani che venivano da loro perché non avevano nessun altro posto dove andare durante la giornata. Lui preparava il caffè e li osservava con attenzione mentre parlavano: si sforzava di rispettare la loro sofferenza, il bisogno di aiuto che aveva sopraffatto quello di riservatezza. Non era poi così diverso dai suoi studi universitari; Charles ascoltava storie, si sforzava di interpretare ciò che gli veniva detto e di cogliere ciò che veniva taciuto, e offriva compassione e solidarietà.

James odiava le ore di ricevimento. Le persone che andavano a fargli visita avevano bisogno di qualcosa, o pensavano di averne bisogno: auto, vestiti, borse di studio. Volevano trovare l’amore per sentirsi meno soli. Volevano un nuovo lavoro per sentirsi meno alla deriva. Volevano più soldi in banca per poter essere generosi senza avvertirlo come un sacrificio. Volevano inveire e lamentarsi. E volevano un testimone.

«Come fai ad ascoltarli tutti, quando dicono sempre, sempre le stesse cose?», chiese James a Charles.



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